Cosa e il Porto Cosano

Appena dieci anni prima che scoppiassero le ostilità aperte tra la potenza di Roma e quella di Cartagine, i Romani si erano assicurati il dominio della Toscana meridionale costiera. Dopo essersi impadroniti della potente città etrusca di Vulci, proseguirono verso Nord e – con la loro mentalità fondamentalmente militare individuarono un promontorio che aveva il doppio vantaggio di fornire un eccellente punto di vedetta sul mare e la possibilità di un approdo e di un porto alla sua base. Consentiva anche di sorvegliare l’accesso alla Laguna di Levante di Orbetello, allora non separata completamente dal mare e forse utilizzata dagli Etruschi come porto o rifugio di navi. Fu così che nel 273 a.C. venne fondata la colonia di Cosa, con funzioni probabilmente di avamposto militare e di centro di penetrazione economica.
Cosa comincia la sua vita dotandosi di una robusta cinta di mura, lunga un chilometro e ancora evidente oggi. Seguono costruzioni pubbliche che gli archeologi moderni definiscono “di sapore etrusco”, e poi abitazioni rudimentali fatte di legno, mattoni e paglia su una base di pietra. E’ soltanto dopo un centinaio e più di anni che l’edilizia pubblica assume una genuina connotazione romana, con un Foro e una Basilica, mentre le abitazioni private conservano il precedente aspetto, molto modesto e in fin dei conti egualitario. Sempre in questo periodo si mette mano alla costruzione del Porto Cosano, le cui strutture si vedono affiorare ancora, purtroppo semidistrutte non solo dal tempo ma anche dai turisti che fanno il “barbecue” sugli antichi mattoni, lungo la spiaggia della cosiddetta “Tagliata”.